Se, nel 1960, l’Italia poteva contava su 1 milione di nascite, nel 2022 per la prima volta dall’Unità d’Italia, i nati sono scesi sotto la soglia dei 400mila, mai così pochi. L’Italia è anziana: la natalità è la più bassa in Europa e il cosiddetto inverno demografico che affligge il nostro Paese da decenni ha le sue motivazioni. A partire da una società dove le crisi economiche hanno lasciato il segno, dove il lavoro è sempre più precario e dove il welfare offerto dallo Stato è insufficiente per mettere su famiglia serenamente. Ecco tutte le misure in campo per incentivare le nascite: dal bonus gravidanza per le future mamme disoccupate, al bonus latte artificiale, al bonus per il nido, al sostegno per l’esenzione ticket sanitario in gravidanza. Non basteranno ma vale almeno la pena conoscerle tutte.
Misure per la natalità? Piuttosto aiuti per le famiglie numerose
Per coloro che desiderano una famiglia, infatti, «l’anno della famiglia in Italia è sempre il prossimo». Le misure per la natalità contenute nella Legge di Bilancio 2024 soddisfano parzialmente esperti, accademici e esponenti di organizzazioni che si occupano di questi temi, secondo i quali gli incentivi sono indirizzati principalmente a famiglie già numerose, non a quelli che non hanno ancora avuto il primo figlio. Un problema non da poco visto che, secondo il rapporto Coop 2023, in Italia il 51% delle persone tra i 20 e 40 anni si dichiara per nulla interessata a diventare genitore, mentre un ulteriore 28% vorrebbe un figlio, ma già prevede che non sarà possibile. Vediamo allora cosa c’è nel pacchetto per incentivare la natalità.
Assegno unico e universale
Si tratta di un sostegno economico alle famiglie che ha assorbito tutte le altre precedenti misure a sostegno della natalità precedenti. L’Assegno unico viene riconosciuto per il figlio minorenne all’entrata dell’8° mese e l’essere universale significa che può essere richiesto da tutte le fasce di reddito con l’importo che aumenta al diminuire dell’Isee. È riconosciuto entro 60 giorni dalla domanda ed è erogato mediante accredito su Iban oppure mediante bonifico.
Bonus gravidanza per disoccupate
Le donne senza la copertura previdenziale che darebbe loro il diritto al congedo di maternità, possono richiedere un bonus gravidanza al Comune di residenza. Con un Isee inferiore a 20.221,13 euro e disoccupata, la futura mamma ha diritto a un sostegno di 404,17 euro euro per cinque mensilità, per un totale dunque di 2.020,85 euro euro erogati in un’unica soluzione. La domanda va inoltrata al Comune, ma solo successivamente al verificarsi dell’evento che dà luogo alla prestazione. Bisogna richiederlo entro 6 mesi dal parto.
Bonus latte artificiale
Anche per il 2024 il bonus latte artificiale può essere richiesto dalle neo mamme che non possono allattare i propri bambini. In tal caso alle famiglie spetta un assegno pari a 400 euro annui, ma solo se l’impedimento dell’allattamento dipende da una delle patologie previste dal decreto e con un Isee non superiore a 30.000 euro.
Bonus nido
Le lavoratrici dipendenti che diventano mamme hanno a disposizione 5 mesi di congedo di maternità ed eventualmente di 6 mesi.
Se l’Isee è inferiore a 25mila euro, però, ha diritto anche a un rimborso fino a 3mila euro per la retta dell’asilo nido. Nel 2024 tale cifra sale fino a 3500 euro per i figli, successivi al primo, nati nel 2024 in un nucleo familiare in cui c’è già un figlio con meno di 10 anni.
Possono godere del bonus nido anche le mamme disoccupate ovviamente, come pure le lavoratrici autonome.
Esenzione ticket sanitario in gravidanza
Sommando tutti gli incentivi si arriva a una cifra intorno agli 8.500 euro. A questi si aggiunge il fatto che, durante la gravidanza, non si paga il ticket per alcune prestazioni. Ovvero le visite periodiche ostetrico-ginecologiche, i corsi di accompagnamento alla nascita (training prenatale), l’assistenza al puerperio.
Articolo
di Simona Sirianni Corriere della Sera
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